mercoledì 22 aprile 2009


Codex alimentarius: UN PROGETTO INQUIETANTE

IL CODEX ALIMENTARIUS:
un inquietante progetto in campo alimentare
di Franco Libero Manco
Il Codex Alimentarius entrerà in vigore il 31 dicembre del 2009 e potrebbe essere il più grande disastro per la salute umana: determinerà gli standard di sicurezza alimentare e le regole in più di 160 paesi del mondo, cioè per il 97% della popolazione mondiale.La Commissione di Commercio Codex Alimentarius (che nel 1994 dichiarò le tossine come nutrienti) è attualmente finanziata e condotta dall’OMS (che appartiene all’ONU) e dalla FAO.Un insieme di standard internazionali aventi come scopo la protezione della “salute” dei consumatori, attraverso pratiche nel commercio per: preparati alimentari, semipreparati, crudi, l’igiene degli alimenti, gli additivi, i pesticidi, i fattori di contaminazione, l’etichettatura, i metodi di analisi. Lo scopo recondito è di mettere fuori legge ogni metodo alternativo nel campo della salute, come le terapie naturiste, l’uso di integratori alimentari, di vitamine e di tutto ciò che potrebbe essere un potenziale concorrente per l’industria chimico-farmaceutica.La lobby della chimica farmaceutica è nata da un’associazione condotta da Rockfeller e dall’IGFarben della Germania nazista. L’IGFarben fin dal 1932 fornì ad Hitler un finanziamento di 400.000 marchi senza il quale il secondo conflitto mondiale non avrebbe potuto avere luogo e nel 1941 costruì ad Auschwitz la più grande industria chimica del mondo approfittando della mano d’opera dei campi di concentramento. Nel processo di Norimberga i responsabili della IGFarben furono dichiarati colpevoli di genocidio, di schiavitù ed altri crimini. Però un anno dopo la condanna, nel 1952, tutti i responsabili furono liberati con l’aiuto di Nelsen Rockfeller (che a quei tempi era ministro degli affari esteri in USA) e s’infiltrarono nell’economia tedesca.Fino dagli anni 70 il consiglio direttivo della società BASF, BAYER e HOECHST era costituito da membri del partito nazista che, a partire dal 1959, finanziavano il giovane Helmut Kohl. In pratica l’organizzazione nazista associata a Rockfeller ha costituito il mercato farmaceutico del pianeta.L'alleanza della IGFarben si è poi tramandata sotto un altro nome: “Associazione per l’industria chimica” che nel 1955 è stata raggruppata nel CODEX ALIMENTARIUS il cui spirito è la soppressione delle innovazioni scientifiche indipendenti degli ultimi 50 anni usando ogni mezzo per mantenere il suo posto sul mercato in riferimento al cancro, all’AIDS, alle malattie cardiovascolari ecc.Un gran numero di partiti politici europei, di sinistra e di destra, sono stati finanziati da questa industria per assicurarsi una legislazione favorevole all’industria farmaceutica. Per influenzare i legislatori, condizionare gli organismi di controllo, manipolare le ricerche in campo medico ed educativo, solo nel 1961 le industrie farmaceutiche hanno fatto donazioni alle grandi università degli USA: 8 milioni di dollari ad Harvard, 8 milioni di dollari a Yale, 10 milioni di dollari a Jonh Hopkins, 1 milione di dollari a Standford, 1,7 milioni di dollari a Columbia di New York. L’informazione dei medici è interamente finanziata dalle compagnie, che nascondono con attenzione un gran numero di effetti secondari pericolosi e perfino mortali dei farmaci. Vale la pena ricordare che ogni anno solo nel Nord America muoiono 800.000 persone a causa delle medicine allopatiche. Il 13 marzo 2002 gli europarlamentari adottarono leggi a favore dell’industria farmaceutica secondo le disposizioni fissate del Codex Alimentarius, finalizzate ad elaborare una documentazione coercitiva per tutte le terapie naturiste e gli integratori alimentari. Ma nonostante 438 milioni di petizioni inviate al Parlamento Europeo le direttive del Codex sono state adottate.Il dr. Rath Matthias, uno specialista tedesco per l’uso di trattamenti naturisti, nel 2003 ha consegnato alla Corte Internazionale di Giustizia un atto di accusa per crimini contro l’umanità. Matthias afferma: “Il vero scopo dell’industria farmaceutica mondiale è di guadagnare soldi grazie alle malattie croniche e di non preoccuparsi di prevenire o sradicare queste malattie. L’industria farmaceutica ha un interesse finanziario finalizzato alla diffusione di queste malattie, per assicurarsi il mantenimento o addirittura l’aumento dei prezzi dei medicinali. Per questo motivo i farmaci sono fatti per eliminare i sintomi e non per trattare le vere cause delle malattie… le compagnie farmaceutiche sono responsabili di un genocidio permanente e diffuso, in quanto uccidono in questo modo milioni di persone”.
A partire dal 2005 le direttive applicate mirano a:- eliminare ogni supplemento alimentare naturale che sarà sostituito con 28 prodotti di sintesi disponibili solo in farmacia: tutto ciò che non è nella lista del Codex è considerato illegale;- le medicine naturiste, come l’agopuntura la medicina energetica, ayurvedica, tibetana ecc. saranno progressivamente vietate;- l’agricoltura e l’allevamento di animali saranno regolate dall’industria chimico-farmaceutica che vieta per principio l’agricoltura biologica. Questo significa che ogni mucca da latte sarà trattata con l’ormone bovino della crescita (ricombinato geneticamente) prodotto dalla Monsanto. Inoltre. Ogni animale del pianeta usato a fini nutrizionali dovrà essere trattato con antibiotici ed ormoni della crescita. Le regole del Codex permettono che gli alimenti contenti OGM non debbano più essere etichettati come tali. Non solo. Nel 2001 il Codex Alimentaris reintegra 7 delle 12 sostanze chimiche (note per essere causa di cancro) vietate unanimemente da 176 nazioni;- l’alimentazione umana dovrà essere irradiata con Cobalto i cui livelli saranno maggiori di quelli permessi in precedenza.



giovedì 16 aprile 2009

Dal CorSera

Brescia
La banca nega il fido, caseificio salvatodai clienti con un'«adozione a distanza»Mille famiglie dei gruppi d’acquisto solidale hanno pagato in anticipole forme di grana.

*GOTTOLENGO (Brescia) — Strozzato dalle banche, in grave crisi di liquidità, ha ri­schiato di chiudere il caseifi­cio di famiglia, 200 anni di la­voro e tradizione alle spalle. Lo ha salvato un sos lanciato ai «Gas» — gruppi di acqui­sto solidale — che rappresen­tano lo zoccolo duro dei suoi clienti. Così 85 gruppi, quasi mille famiglie distribuite nel­le province di Bergamo, Bre­scia, Como, Lecco e Milano, hanno comprato in anticipo le forme di grana: un’adozio­ne a distanza lunga 36 mesi, il tempo necessario per la sta­gionatura del formaggio. Ma soprattutto un esperi­mento di finanza dal basso, con i clienti che si sostituisco­no alla banche, facendo spal­lucce alla crisi.


A un anno da quella che sembrava solo una gara di solidarietà, Massimo Tomasoni, 40 anni, proprieta­rio con i due fratelli del casei­ficio di famiglia, a Gottolen­go, tra Brescia e Cremona, ti­ra le somme: «Nel mese di marzo ilfatturato è cresciuto del 30%, ma in generale abbia­mo avuto unincremento del 150%. E i nostri clienti per ef­fetto del passaparola sono tri­plicati». Un rapporto intensifi­cato dalla consegna porta a porta e dal continuo scambio di informazioni con i consu­matori.La storia del caseificio To­masoni è singolare. «Ci sia­mo convertiti albiologico dal 2000 al 2004, tra le preoccupa­zioni dei miei fratelli. E’anda­ta bene, anche se la scelta ha comportato sacrifici: il fattu­rato che nel 2003 era di 2,5 milioni, passa a 300mila euro l’anno successivo, per poi ri­salire al milione del 2008. Il 45% del prodotto è rivolto ai gruppi «Gas», il resto a distri­butori italiani e stranieri». Poi, la crisi: «I prezzi del latte si sono impennati, sono cre­sciuti del 25% in pochi mesi. C’erano esposizioni con le banche per un milione e sei­centomila euro circa, in parte ipoteche sullo stabilimento e in parte garantiti da pegno sul prodotto. In più avevamo forme di grana in stiva per tre anni: troppi, e quasi 27mi­la euro di costi per il magazzi­no, perché il formaggio ha bi­sogno di stagionare».Quando i fornitori di latte battono cassa, Tomasoni ve­de nero. «Bastava un altro fi­do, servivano in tutto 150mi­la euro. Ma nessuno degli i isti­tuti di credito cui mi sono ri­volto mi ha dato quei soldi».

Non restava che informare i clienti del collasso. In una mail inviata a gennaio dell’an­no scorso, Tomasoni fa il pun­to: espone i problemi e antici­pa che con ogni probabilità non sarà in grado di fornire formaggio a lungo. La prima risposta arriva la sera stessa dell’invio. «Per me è stato il segnale della svolta — dice oggi l’imprenditore — erano spariti tutti, i miei clienti pe­rò rispondevano». E adesso che ha comincia­to a restituire il prestito ricor­da quelle testimonianze di so­lidarietà. «Non preoccuparti, studiamo insieme una possi­bile soluzione», scrivono da Lecco. E parte, via Internet, il tam-tam per salvare il caseifi­cio.«Difficile trovarne un al­tro biologico, e ci vuole trop­po tempo perconvincerne uno tradizionale a diventare biologico», fanno eco gli altri«Gas». Che, convocata una riunione, decidono di finan­ziare Tomasoni raccogliendo 110mila euro come anticipo sulle forme di grana. Il resto lo mette una cooperativa fi­nanziaria solidale per il mi­crocredito, «Mag2».

Ora che è fuori dalla crisi, Tomasoni, pioniere di questa nuovaeconomia, ne spiega il segreto: «Buon senso e rispet­to della persona: io guardo ne­gli occhi i miei clienti, non po­trei mai truccare il mio for­maggio solo per vendere di più». Il risultato Tomasoni lo racconta con un semplice confronto: «Nel 2002 hoven­duto ai "Gas" 6mila euro di formaggi; quest’anno nei pri­mi tre giorni di aprile ne ho già incassati 9 mila».